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AUTO MUTUO AIUTO: UNA SCELTA CONTROCORRENTE

Prima di presentare l’Auto Mutuo Aiuto (A.M.A.) come prassi consolidata di intervento socio-sanitario, occorre ricordare che esso rappresenta innanzitutto una filosofia di vita, la quale si basa sul principio elementare che l’unione fa la forza. Si tratta di un principio che la nostra società ha in parte dimenticato e sostituito con valori più conformi a una visione individualistica della vita. Ci siamo abituati a pensare che la realizzazione personale è qualcosa che ognuno deve cercare di conquistare attraverso la competizione con gli altri e spesso finiamo per considerare le relazioni sociali come una perdita di tempo e di denaro, valutando la ricchezza esclusivamente in termini monetari. Per queste ragioni credere e investire nell’Auto Mutuo Auto può apparire una scelta controcorrente, ma è estremamente importante perché tale strumento aiuta le persone a riscoprire i vantaggi di una dimensione cooperativa e di gruppo, che è implicita nella definizione di uomo come “animale sociale”.

Di fatto oggigiorno le pratiche di Auto Mutuo Aiuto sono ampiamente diffuse e ricoprono all’interno della realtà socio-sanitaria un ruolo sempre più rilevante, rappresentando una valida modalità di intervento per numerose patologie, forme di disagio e condizioni di vita particolari.

L’elemento più innovativo che contraddistingue l’Auto Mutuo Aiuto è l’idea che determinate problematiche, per le quali spesso si ricorre esclusivamente alla presa in carico di professionisti e istituzioni oppure non si riceve alcun tipo di assistenza, possono essere affrontate a partire dal basso, cioè facendo leva sulla motivazione e sull’esperienza delle stesse persone che vivono il problema.

Questo tipo di approccio, che si discosta notevolmente dai tradizionali modelli di cura, si è rivelato altamente efficace, come dimostrano i risultati positivi delle numerose iniziative di Auto Mutuo Aiuto che si sono sviluppate in Italia soprattutto negli ultimi decenni. Nel momento attuale, in cui la spesa pubblica è sottoposta a tagli sempre più consistenti che si traducono in una riduzione drastica delle risorse destinate all’ambito sociale e sanitario, esso diviene uno strumento particolarmente importante perché, come riconosce la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), restituisce alle persone la responsabilità della propria salute.

L'AUTO MUTUO AIUTO IN BREVE

  • E' un approccio secondo cui il fattore terapeutico principale risiede nella possibilità di condividere le proprie difficoltà e confrontarsi con altre persone che vivono o hanno vissuto situazioni simili, ricevendo e offrendo ascolto non giudicante e sostegno.

  • Il gruppo lavora per cercare di risolvere il problema comune ai suoi membri a partire dalle competenze che ciascuno ha sviluppato attraverso la propria esperienza diretta, esso valorizza innanzitutto la responsabilità e le risorse delle persone che vi partecipano.

Da questi principi di base si diramano visioni diverse; in particolare vi è un punto di vista che considera il gruppo di auto-aiuto (self-help) come "un'esperienza di mutualità facilitata (e promossa) da professionisti" e un altro che invece lo identifica con "un’esperienza dal basso che valorizza la conoscenza esperienziale e nella quale chi promuove e anima il gruppo ‟c’è passato” e questo è più che sufficiente" [F. Gori, R. Raspini, 2015]. Quest'ultima prospettiva, come si vedrà, è quella adottata da Alcolisti Anonimi (A.A.) e dai gruppi che si ispirano ad essi.

In realtà esiste anche una posizione intermedia che riconosce come principali responsabili della salute e promotori del benessere i membri stessi del gruppo e non i professionisti o le istituzioni, dà valore alle competenze scaturite dall'esperienza piuttosto che al sapere professionale e tuttavia non esclude la possibilità che il gruppo possa servirsi di professionisti per realizzare i propri scopi.

Nei paragrafi che seguono si cerca di fornire un quadro chiaro rispetto alla metodologia dell'Auto Mutuo Aiuto, attingendo anche all'esperienza personale acquisita in anni di lavoro sul campo. L'intento è quello di illustrarne in modo dettagliato i vari aspetti di questo dispositivo di cura, mettendone in luce potenzialità e limiti, e di offrire degli spunti per comprendere meglio come possa essere impiegato efficacemente e coniugato con altre forme di trattamento.

Introduzione
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IN COSA CONSISTE E DI CHE STRUMENTI SI AVVALE

Secondo la definizione fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), l’Auto Mutuo Aiuto (A.M.A.) consiste nell’insieme di “tutte le misure adottate da non professionisti per promuovere, mantenere o recuperare la salute – intesa come completo benessere fisico, psicologico e sociale – di una determinata comunità”.

L’O.M.S. riconosce nelle pratiche di Auto Mutuo Aiuto uno strumento importantissimo per restituire alle persone la responsabilità della salute individuale e collettiva e un ruolo primario nella sua promozione, rendere più umana l’assistenza socio-sanitaria e aumentare il livello di benessere fisico, psicologico e sociale presente nella nostra società.

L’Auto Mutuo Aiuto non si pone come alternativa alle forme tradizionali di cura, ma come forma di intervento aggiuntiva e integrativa rispetto ad esse, in grado di offrire a persone e famiglie in condizioni di disagio sostegno emotivo e la possibilità di sviluppare un cambiamento nel proprio modo di vivere.

L’Auto Mutuo Aiuto è una modalità di fronteggiare problemi e situazioni difficili che ognuno di noi può incontrare nel corso della propria vita (patologie, separazioni, lutti, cambiamenti legati al normale ciclo di vita, …), secondo il principio per cui parlare di queste cose con altre persone che ne hanno o ne hanno avuto esperienza diretta può aiutarci ad affrontarli meglio.

Si configura come un’esperienza di gruppo, nella quale le persone cooperano con l’obbiettivo di accrescere il proprio benessere e quello degli altri partecipanti e favorire lo sviluppo delle potenzialità individuali.

Attraverso il gruppo, persone accomunate da trascorsi di vita simili o dal desiderio di raggiungere il medesimo obbiettivo possono incontrarsi, conoscersi e confrontarsi. A partire dalla condivisione dei vissuti personali in un contesto che offre ascolto interessato, sostegno empatico e un clima di fiducia e rispetto reciproci, le persone possono iniziare ad affrontare le loro problematiche. Ognuno è stimolato a mobilitare le proprie risorse e a metterle in gioco per aiutare se stesso e gli altri, accrescendo il valore di sé e il senso di auto-efficacia.

L’Auto Mutuo Aiuto si basa sulla partecipazione volontaria delle persone, valorizzando in questo modo la responsabilità personale dei singoli. Inoltre esso si basa sulla partecipazione attiva delle persone, le quali vengono viste non più solamente come portatrici di un problema, ma soprattutto come fonte di risorse. Così si favorisce il passaggio dalla posizione passiva di chi subisce il problema al ruolo attivo di chi lo affronta ed è capace di aiutare gli altri a fare altrettanto. Il prezioso bagaglio che ciascuno porta con sé nel gruppo è il frutto della propria storia ed è costituito dalle conoscenze e dalle competenze acquisite attraverso le esperienze vissute. Nel gruppo, e proprio grazie al gruppo, tutte queste risorse cognitive e affettive riescono a mobilitarsi, agiscono in funzione della propria crescita e sono messe al servizio degli altri per aiutarli a progredire nel loro percorso di vita.

 

ALCUNE CARATTERISTICHE DISTINTIVE DELL'AUTO MUTUO AIUTO

  • L’utilizzo del gruppo come strumento fondamentale

  • La condivisione dei vissuti personali

  • L’attivazione e la condivisione delle risorse

  • La simmetria e la reciprocità della relazione d’aiuto

  • Il fine di promuovere la salute, il cambiamento, la crescita

Strumenti
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UN PO' DI STORIA...

La nascita dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto (A.M.A.) viene fatta risalire convenzionalmente al 1935, anno in cui negli Stati Uniti (ad Akron, nell’Ohio) viene fondata Alcolisti Anonimi (A.A.). Tale associazione nasce dall'incontro fra Bill e Bob, un agente di borsa di Wall Street ed un medico chirurgo di Akron, entrambi alcolisti. Essi si resero conto che condividendo le loro esperienze e sostenendosi a vicenda erano in grado di mantenersi lontani dall'alcol e fu così che individuarono nel gruppo di pari, costituito esclusivamente da persone con il medesimo problema, lo strumento più adatto a sostenere un percorso di crescita personale e a favorire il superamento del problema stesso.

Alcolisti Anonimi nasce dunque con l’obbiettivo di aiutare i propri membri a vincere la dipendenza dall'alcol e in questo si ispira a principi e valori di stampo religioso, mutuati da un movimento luterano chiamato Oxford Group.

I gruppi di A.A. si sono diffusi rapidamente negli Stati Uniti e in Europa e ben presto l’applicazione del loro metodo è stata estesa a varie tipologie di dipendenza e problematiche di vita; inoltre, la loro esperienza ha dato adito alla formazione di gruppi con modalità di funzionamento nuove. Questi ultimi si sono in parte discostati dal modello originale di Alcolisti Anonimi, abbracciando  principi diversi.

Un altro tipo di associazione di auto-aiuto finalizzata a contrastare la problematica dell’alcolismo viene fondata nel 1964, nella ex Jugoslavia, da Vladimir Hudolin e prende il nome di Club degli Alcolisti in Trattamento (C.A.T.). Attraverso la formulazione del proprio Metodo, Hudolin inaugura una nuova linea di pensiero, estendendo la possibilità di partecipare anche ai familiari e introducendo la figura del facilitatore come elemento utile, benefico, di stimolo e d’aiuto.

  • I Club degli Alcolisti in Trattamento, rinominati Club Alcologici Territoriali (C.A.T.), si basano sull'assunto che la dipendenza "non è una patologia ma un tipo di comportamento" e su una concezione multidimensionale della sofferenza, che rimanda alla dimensione esistenziale e sociale del disagio.

  • Essi riconoscono un ruolo fondamentale al contesto familiare e sociale in cui il soggetto è inserito. Mirano a favorire il cambiamento dei comportamenti della persona, della famiglia e della comunità, secondo l'idea che "è necessario cambiare la cultura sanitaria della società per creare un ambiente che consenta a tutti crescita, maturazione e buona qualità di vita".

  • I Club si configurano come gruppi multi-familiari, ovvero formati non da singole persone o coppie ma da diversi nuclei familiari. Infatti il problema di un soggetto è considerato "un problema dell’intera famiglia", la quale ha bisogno di essere "seguita e aiutata a modificare il proprio stile di vita e a crescere e maturare assieme".

  • Il cosiddetto Metodo Hudolin è un approccio ecologico-sociale, che rifiuta la dicotomia tra mente e corpo e tra individuo e società e propone una visione della sofferenza olistica e multidimensionale, dove "l’attenzione non deve essere posta sul disturbo o sul singolo comportamento, ma sulla persona nella sua complessità".

  • Il facilitatore del gruppo può essere una persona che svolge una professione socio-sanitaria o un volontario, in ogni caso riceve una formazione specifica per la funzione che va a ricoprire. Se il facilitatore è un professionista ciò è considerato un valore aggiunto, purché egli sia in grado di cambiare ruolo e non tenda a trasformare il gruppo A.M.A. in un gruppo d'altro tipo.

Molti gruppi di Auto Mutuo Aiuto nati in seguito per contrastare dipendenze patologiche o altre forme di disagio, sono stati positivamente influenzati dell’esperienza dei C.A.T. e ne hanno adottato gli elementi innovativi. Non tutti però si configurano come gruppi multi-familiari. Questo aspetto particolare infatti da un lato può costituire un fattore positivo in quanto chiama in causa i familiari, li responsabilizza e li coinvolge nel processo di cambiamento, dall'altro però non consente alla persona di costruirsi uno spazio e un gruppo che siano solo suoi, cosa che può essere molto importante, specie per quelle famiglie in cui i confini interpersonali sono poco definiti e i membri hanno difficoltà ad individualizzarsi e a sviluppare una propria autonomia.

In Europa la diffusione dei gruppi A.M.A. avviene soprattutto a partire dagli Anni ’70. Per quanto riguarda l’Italia, le prime esperienze si hanno a Roma, dove nel 1972 viene fondato il primo gruppo di A.A., a Trieste, dove nel 1978 nasce il primo C.A.T., e a Prato, dove negli Anni '80 vengono avviati i primi gruppi A.M.A. nell'ambito della salute mentale.

A partire dagli Anni '90 nuove iniziative di mutualità compaiono un po’ ovunque nel nostro Paese. In particolare, nel 1995 nasce l'associazione A.M.A. di Trento e successivamente altre “associazioni ombrello” (associazioni che comprendono al loro interno vari gruppi di Auto Mutuo Aiuto) si sviluppano in varie città italiane. Tra queste, nel 2003 nasce l'associazione A.M.A. di Ancona (www.automutuoaiutoanconaonlus.it).

La diffusione dell’Auto Mutuo Aiuto in Italia si accompagna alla necessità di istaurare un rapporto fra queste associazioni e i sistemi di cura convenzionali. In alcune regioni, soprattutto al nord, ciò si realizza: le strutture pubbliche inviano i propri utenti ai gruppi A.M.A. e spesso contribuiscono alla loro stessa formazione, mettendo a disposizione propri operatori.

Attualmente in Italia le realtà di Auto Mutuo Aiuto hanno raggiunto una presenza capillare. Non tutti i gruppi, come vedremo, sono organizzati nello stesso modo e condividono le stesse regole, per esempio solo alcuni prevedono la partecipazione di operatori professionisti. Ad ogni modo, l’insieme eterogeneo delle pratiche di Auto Mutuo Aiuto presenti nel nostro Paese costituisce oggi una valida risposta per molteplici forme di disagio.

Storia
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CARATTERISTICHE DI UN GRUPPO A.M.A.

Al di là dell'osservanza di alcuni principi di base (come la parità di tutti i membri, il rispetto della privacy e dei turni della comunicazione) ogni gruppo stabilisce le proprie norme e i propri obbiettivi in modo democratico, quindi per definizione ogni realtà di auto-aiuto che si crea costituisce un'esperienza a sé. Tuttavia, sebbene possano esservi delle differenze, che rendono ciascun gruppo unico e irripetibile, la maggior parte delle forme di self-help che possiamo incontrare condivide alcune caratteristiche di base. ​Di seguito sono illustrate queste caratteristiche più generali che solitamente compaiono in ogni gruppo A.M.A. e che sono meno soggette a variazioni.

- Il gruppo ha piccole dimensioni (fino a 12 persone circa): ciò favorisce l’interazione fra soggetti, l’espressione di emozioni e pensieri, l’instaurarsi di relazioni significative.

- Il gruppo si focalizza su una problematica specifica.

- Chi partecipa condivide gli stessi obbiettivi e cerca di raggiungerli attraverso l’azione del gruppo, secondo il principio per cui il gruppo dispone di maggiori risorse del singolo per arrivare a delle soluzioni.

- Il gruppo si basa sul principio fondamentale di aiutare gli altri: ognuno, con il proprio bagaglio di esperienza, si rende disponibile alla condivisione e al confronto e in questo modo aiuta se stesso e gli altri.

- La partecipazione al gruppo è gratuita (fatto salvo per un'eventuale quota associativa).

- Il gruppo ha una durata potenzialmente illimitata e le persone possono frequentarlo finché lo desiderano (è auspicabile che continuino a frequentarlo anche dopo aver raggiunto i propri obbiettivi, in modo da mettere le risorse acquisite al servizio dei membri “più giovani”).

- Il gruppo prevede l'apertura a nuovi membri: così si accresce la rete delle conoscenze e si assicurano nuove occasioni di confronto. Se i partecipanti raggiungono un numero eccessivo il gruppo può dividersi (“gemmazione”) in due nuovi gruppi pronti ad accogliere nuove persone (in questo modo si evita di creare code di attesa).

- Il coinvolgimento è personale: ogni persona decide autonomamente se e come prendere parte al gruppo. Il fatto che la decisione di partecipare sia volontaria e non imposta da altri accresce la sicurezza nelle proprie capacità di scelta.

- La responsabilità è personale: ogni persona è protagonista del cambiamento che vuole ottenere, la persona stessa è la prima risorsa per sé e per il gruppo.

 

CHI PARTECIPA AI GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTO

  • I gruppi di A.M.A. sono gruppi di pari, cioè sono costituiti da persone che condividono lo stesso problema, situazione di vita stressante o momento di crisi: proprio il fatto di vivere o di aver vissuto una stessa condizione definisce l’appartenenza al gruppo.

  • I partecipanti sono volontari.

  • Possono partecipare al gruppo le persone direttamente interessate e/o i familiari.

  • Talvolta è prevista la presenza di professionisti esterni, che non condividono il problema comune agli altri partecipanti e possono essere retribuiti per il ruolo di facilitatori che svolgono nel gruppo.

Carattertiche
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COME FUNZIONA UN GRUPPO A.M.A.

- Il gruppo funziona grazie ai suoi membri; ciò significa che se vi è un facilitatore, la sua funzione è unicamente quella di catalizzare il lavoro che il gruppo realizza già di per sé.

- Il gruppo si incontra regolarmente durante l’anno: la cadenza è stabilita a seconda delle necessità del gruppo (si possono prevedere interruzioni estive e festive) e in genere ogni riunione dura 1:30-2 ore circa.

- Il gruppo ha un funzionamento democratico: ogni regola, decisione o cambiamento viene formulato all’interno del gruppo, discusso e accettato in maniera democratica.

- La comunicazione è di tipo orizzontale e non segue un modello strutturato: ognuno esprime liberamente il proprio pensiero, rispettando gli altri e senza accentrare su di sé la discussione.

- L'orientamento è all'azione: le persone imparano e cambiano facendo. Infatti, un obbiettivo dei gruppi è quello di far sperimentare nuove modalità di azione e interazione. Grazie all’impegno e ai tentativi compiuti, con il tempo si raggiungono risultati positivi e il fatto che il gruppo riconosca i propri progressi aiuta ad accrescere l'autostima e ad avere più fiducia nelle proprie risorse.

 

- Il gruppo si basa sulla partecipazione volontaria delle persone, valorizzando in questo modo la responsabilità personale dei singoli membri. Ciascuno è libero di scegliere, entro limiti ragionevoli, il livello della propria partecipazione in base alla sua personale disponibilità a condividere la propria esperienza di vita e a mettere in gioco la propria soggettività.

 

IL GRUPPO FUNZIONA ANCHE GRAZIE AD ALCUNE REGOLE GENERALI

  • Disporsi in cerchio

  • Rispettare il patto di confidenzialità tra i membri del gruppo (privacy)

  • Non utilizzare i telefoni cellulari durante le riunioni

  • Avvisare qualora non si possa partecipare ad una riunione

  • Parlare uno alla volta

  • Non interrompere chi parla (se non sta trasgredendo qualche regola)

  • Parlare del problema

  • Non giudicare e non criticare gli altri

Solitamente durante le riunioni ogni partecipante a turno racconta come sta andando la propria vita (se ci sono stati avvenimenti importanti, difficoltà, successi, come si svolgono le sue relazioni familiari e sociali, come si sente emotivamente, ...) e può proporre temi e questioni rispetto a cui desidera confrontarsi. Ciascuno è libero di intervenire per commentare quanto è stato detto o proseguire il discorso iniziato da un altro. Non sempre tutti riescono a parlare a lungo di sé, può capitare che qualcuno abbia molto da dire e qualcun altro preferisca ascoltare, l’importante però è che ognuno possa trovare il suo spazio.

Quando arrivano nuove persone, il gruppo le accoglie calorosamente, cercando di farle sentire a loro agio. Ciascun partecipante si presenta ai nuovi arrivati, spiega per quale motivo si trova a far parte del gruppo e parla brevemente del percorso che ha svolto fino a quel momento; i nuovi partecipanti a loro volta vengono incoraggiati a fare altrettanto.

Funzionamento
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PRINCIPALI OBBIETTIVI DI UN GRUPPO A.M.A.

1. Fornire ai propri membri supporto emotivo, informazioni riguardo al problema specifico di cui il gruppo si occupa e strategie per poterlo fronteggiare.

  • Il SUPPORTO EMOTIVO deriva innanzitutto dallo sperimentare che non si è i soli a vivere una determinata problematica e che altre persone provano sentimenti simili ai propri, sono disposte ad ascoltare senza giudicare, possono comprendere ed esprimere solidarietà. Il sostegno reciproco passa anche attraverso i gesti.

  • Le INFORMAZIONI vengono scambiate direttamente fra le persone che partecipano al gruppo, le quali sono considerate le vere esperte del problema in questione, perché lo vivono sulla propria pelle e spesso ci si confrontano da lungo tempo (per esempio sono in grado di parlare delle strategie che utilizzano o utilizzavano in passato per gestire la situazione).

2. Creare un clima di rispetto e fiducia reciproci nel quale le persone possano sentirsi a loro agio e parlare di sé senza timore dei giudizi e delle critiche da parte degli altri (ciascun membro del gruppo è invitato a condividere la propria esperienza, evitando di formulare giudizi e dispensare consigli).

3. Aiutare i partecipanti ad esprimere i propri pensieri, stati d'animo e sentimenti, trasmettendo l’idea che tutto si può dire e che tutto merita di essere ascoltato.

4. Sviluppare nei membri del gruppo la capacità di riflettere sulle proprie modalità di comportamento.

5. Migliorare le abilità di coping, ovvero le capacità di affrontare difficoltà e problemi e di gestire le emozioni e lo stress che ne derivano.

6. Accrescere la consapevolezza personale, l’autostima, il senso di auto-determinazione e di auto-efficacia: attraverso il gruppo si ha la possibilità di conoscere più a fondo se stessi, riconoscere il proprio valore e rafforzare l'idea che ognuno può scegliere e agire in prima persona per modificare la realtà in base ai propri obbiettivi (nei limiti che la realtà stessa impone).

  • Il gruppo aiuta le persone a valutare più positivamente se stesse e le proprie risorse e a percepire l’importanza che la propria esperienza può avere per gli altri.

  • Ogni partecipante riceve dal gruppo il pieno riconoscimento dell’impegno che ha profuso e dei risultati che ha ottenuto e perciò si sente via via più capace e sicuro di sé.

7. Aiutare le persone ad avere un atteggiamento più ottimistico nei confronti del futuro e aspettative realistiche di miglioramento delle proprie condizioni di vita.

8. Favorire la nascita di nuove relazioni significative per costruire una rete sociale che possa essere di supporto alla persona: i membri del gruppo sono incoraggiati ad instaurare tra loro relazioni amicali, hanno la possibilità di scambiarsi i recapiti, contattarsi e incontrarsi al di fuori delle riunioni programmate, per sostenersi in caso di difficoltà, condividere un momento particolare o semplicemente trascorrere del tempo insieme.

Obbiettivi
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IL RUOLO DEL FACILITATORE

 

Viene definita "facilitatrice" la persona che si mette a disposizione del gruppo e contribuisce al suo buon funzionamento con capacità personali e operazioni metodologiche. Come si vedrà, tale ruolo comprende numerose caratteristiche, abilità e funzioni.

Una questione ampiamente dibattuta, che divide il mondo dell’Auto Mutuo Aiuto, è proprio quella relativa alla presenza del facilitatore: in particolare ci si domanda se tale figura sia necessaria o piuttosto vada a snaturare la reale, “genuina” struttura e metodologia dell’A.M.A.. A tale riguardo, vi è una posizione più radicale che non ammette la presenza di “esterni” nel gruppo e una più moderata che invece sostiene l’utilità del facilitatore.

  • Alcolisti Anonimi (A.A.) e realtà simili ritengono che un gruppo di auto-aiuto (self-help) non possa ammettere la presenza di un facilitatore, perché tutti i partecipanti devono trovarsi in condizioni di parità.

  • I Club Alcologici Territoriali (C.A.T.) seguono una linea di pensiero differente, prevedendo la partecipazione delle famiglie e introducendo il facilitatore come elemento di stimolo e d’aiuto al gruppo.

  • Molti gruppi A.M.A. nati in Italia, sono stati influenzati dall’esperienza positiva dei C.A.T. e hanno adottato alcuni dei suoi aspetti più innovativi, valorizzando e promuovendo la presenza del facilitatore.

 

Per poter operare come facilitatore in un gruppo A.M.A. ed essere realmente d’aiuto ai partecipanti, una persona deve possedere o sviluppare attraverso la pratica diretta alcuni requisiti di base.

I REQUISITI DEL FACILITATORE

  • Avere fiducia nella capacità intrinseca del gruppo di crescere

  • Avere fiducia nei singoli membri e nelle loro potenzialità

  • Sapere ascoltare e fare in modo che le persone si ascoltino

  • Essere empatico e promuove l’empatia tra i partecipanti

  • Accettare senza giudicare e promuove atteggiamenti non giudicanti

  • Avere raggiunto un certo adattamento rispetto al problema specifico

  • Essere in grado di parlare delle sue esperienze personali

  • Preferire di essere un testimone piuttosto che un maestro

 

Il facilitatore mette in gioco la propria soggettività, viene coinvolto nelle dinamiche e nel processo di cambiamento del gruppo e compie, assieme agli altri partecipanti, un percorso di valorizzazione di sé e delle proprie capacità. Egli diviene sempre più competente ed efficacie e sempre più in grado di percepirsi tale; di conseguenza, con il tempo accrescerà anche la propria motivazione rispetto al compito che svolge.

È importante sottolineare che, anche per i cosiddetti “facilitatori esterni”, che non condividono il problema degli altri membri del gruppo, iniziare un percorso con un gruppo A.M.A. implica accettare di entrare in processo di maturazione personale continua.

 

LE FUNZIONI DEL FACILITATORE

  • Catalizzare e facilitare la comunicazione

  • Tutelare le dinamiche del gruppo

  • Curare (all’interno del gruppo) l’accoglienza dei nuovi partecipanti

  • Sostenere il gruppo nei momenti critici

 

L’importanza della presenza del facilitatore varia in relazione al momento che il gruppo sta attraversando nel suo percorso di sviluppo. Egli infatti è utile soprattutto nelle fasi iniziali di vita del gruppo, quando le azioni di aiuto fra i partecipanti spesso non si verificano spontaneamente ma hanno bisogno di essere stimolate, guidate e sostenute. Successivamente, il ruolo del facilitatore torna ad essere molto rilevante quando si assiste all’ingresso o all’uscita di un partecipante o in altri momenti “critici” di vita del gruppo.

Il facilitatore dovrebbe cercare di partecipare in modo sempre attivo, ma indiretto. In altri termini, egli dovrebbe cercare di agire il meno possibile in prima persona e fare in modo che siano i membri del gruppo ad agire, aiutandoli a farlo nel modo più utile per se stessi e per gli altri (si può dire che il ruolo è più da regista che da attore). Il facilitatore dovrebbe sviluppare autonomia e non creare dipendenza e in questo senso è tanto più bravo quanto meno interviene.

Un facilitatore che sia un professionista dell’ambito socio-sanitario e che possieda una propria specializzazione specifica, avrà più difficoltà a mantenersi in disparte lasciando maggiore possibilità di scelta e d’azione ai singoli, poiché ciò significa rinunciare ad una posizione centrale e di controllo in rapporto al processo di cura e cambiamento e orientare la propria attenzione e il proprio lavoro su ciò che i membri del gruppo possono fare l’uno per l’altro.

Se il facilitatore è uno psicologo o uno psicoterapeuta, egli può condividere con gli altri membri del gruppo le conoscenze che gli derivano dall'esperienza formativa e professionale, tuttavia non dovrebbe utilizzare le sue competenze in modo operativo, dal momento che si trova in un ruolo e in un contesto diversi da quelli professionali. Per esempio egli potrà comunicare l'idea che i comportamenti sono legati a vissuti interni di cui non sempre si è pienamente consapevoli, ma non andrà ad interpretare le dinamiche inconsce dei singoli o del gruppo.

Il facilitatore
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IL GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO NON  E' UNA PSICOTERAPIA

Alcuni elementi specifici del gruppo di A.M.A. permettono di distinguerlo da altre tipologie di gruppi. In particolare è importante sottolineare come la metodologia dell'Auto Mutuo Aiuto sia fondamentalmente diversa da quella relativa ad altre forme di intervento che si svolgono in gruppo o che utilizzano il gruppo, come la psico-educazione, il supporto psicologico e la psicoterapia.

Un errore assai comune è quello di considerare il gruppo A.M.A. come un gruppo psicoterapeutico. Certamente i due approcci condividano alcuni scopi - entrambi, per esempio, intendono favorire l'espressione di emozioni e sentimenti, la capacità riflessiva, l'autostima e le competenze sociali - tuttavia presentano delle difformità sostanziali. Di seguito si propone un confronto tra il modello dell'Auto Mutuo Aiuto e quello della psicoterapia ad orientamento psicoanalitico, evidenziando le differenze principali in termini di obbiettivi e modalità di funzionamento.

 

A differenza di quanto accade nell'ambito di un gruppo psicoterapeutico, nel gruppo A.M.A:

  1. si cerca di fornire ai partecipanti informazioni e strategie utili per fronteggiare un problema specifico, focalizzando l'attenzione sugli elementi più esterni, reali e concreti della situazione;

  2. non ci si occupa degli aspetti più interni e profondi della persona, né si mira a produrre un'analisi e un cambiamento a tale livello;

  3. le relazioni tra i partecipanti al di fuori delle riunioni programmate vengono incoraggiate: non rappresentano un impedimento per il percorso intrapreso, ma piuttosto un vantaggio;

  4. chi "conduce" il gruppo non ha il ruolo e le funzioni di uno psicoterapeuta (anche nel caso in cui detenga effettivamente tale titolo professionale) ma di un "facilitatore":

- non si assume la responsabilità della cura, che viene condivisa fra tutti i partecipanti;

- instaura con gli altri membri del gruppo una relazione il più possibile simmetrica;

- la sua presenza non è fondamentale, le sue funzioni possono talvolta essere assunte da altri;

- può condividere le proprie esperienze personali, se e quando lo ritiene utile;

- contrasta l'investimento del gruppo su di sé e lo favorisce nei confronti del gruppo stesso;

- interviene attivamente per regolare la comunicazione e richiamare l'attenzione sul focus;

- non utilizza "tecniche" (per esempio non interpreta le dinamiche del gruppo).

In linea generale il gruppo di Auto Mutuo Aiuto non costituisce un'alternativa alla psicoterapia e in alcuni casi può essere opportuno intraprendere contemporaneamente entrambi i percorsi.

Talvolta frequentare un gruppo A.M.A. rappresenta un primo passo per avvicinarsi al problema da cui si è afflitti, progressivamente può aiutare a maturare l'esigenza di compiere un lavoro più approfondito su di sé e può quindi indurre ad iniziare una psicoterapia. Altre volte una psicoterapia in corso fa emergere bisogni personali rispetto ai quali il gruppo A.M.A. può fornire una valida risposta e pertanto spinge la persona a cercarne uno adatto alla propria situazione.

Si è osservato che alcuni effetti positivi, in termini di sostegno e cambiamento, che in modi diversi il gruppo A.M.A. e la psicoterapia tentano di produrre, possono risultare incrementati dalla combinazione dei due approcci. Solamente nel caso in cui la psicoterapia fosse di gruppo, si potrebbe generare confusione rispetto al tipo di lavoro che ha luogo nei due diversi contesti e comprometterne gli esiti.

Se entrare a far parte in un gruppo A.M.A. possa risultare utile e benefico per una determinata persona dipende strettamente dai bisogni e della domanda di aiuto della persona stessa, nonché dalla consapevolezza che ha maturato intorno a questi aspetti. Conoscere le potenzialità e i limiti dell'Auto Mutuo Aiuto è comunque fondamentale per potersi orientare nel compiere una scelta. Per quanto riguarda I LIMITI DEL GRUPPO A.M.A., essi si riferiscono principalmente al fatto, già menzionato, che non prevede di lavorare sugli aspetti “profondi” (le componenti inconsce) della personalità e non tende a produrre cambiamenti nella struttura e nell'organizzazione interne. Le potenzialità, invece, sono illustrate nell'elenco che segue.

LE POTENZIALITÀ DEL GRUPPO A.M.A.

  • Stimola la capacità di assumersi delle responsabilità e di adottare un atteggiamento proattivo

  • Facilita l'esperienza di relazioni basate sulla reciprocità

  • Fa sì che, attraverso il prendersi cura dell’altro, si entri in contatto anche con i propri bisogni

  • Permette di sperimentare una risposta affettiva, di comprensione e d’aiuto da parte dall’altro

  • Può contribuire a modificare la propria idea e il proprio vissuto del rapporto con l'altro

  • Consente di iniziare ad affrontare emozioni e pensieri difficili

  • Accresce la motivazione al cambiamento

  • Crea un senso di appartenenza al gruppo che può funzionare come ancora di salvataggio

  • Mette in gioco da un lato il bisogno di appartenenza e dall'altro il bisogno di individuazione

  • Aiuta a trovare un ruolo sociale e una rete di relazioni, a sentirsi più inseriti nella comunità

  • Offre benefici importanti anche in un'ottica di prevenzione e promozione della salute

  • E' in grado di migliorare la qualità di vita, occupandosi di aspetti che altri tipi di intervento non considerano così centrali

Ama e psicoterapia
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